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Psicologia estetica e medicina estetica: alleati per il benessere psicofisico


 

Negli ultimi anni si sta consolidando l’idea della figura dello psicologo affiancata a quelle del chirurgo e del medico estetico. L’intervento psicologico nei pazienti che fanno uso della chirurgia e medicina estetica è, infatti, molto importante sia nella selezione dei pazienti che nella qualità dei risultati percepiti dal paziente.

 

I convegni di medicina estetica e chirurgia iniziano a ospitare relatori esperti in psicologia. Diversi studi hanno dimostrato che gli interventi di chirurgia estetica in soggetti con disturbi psicologici consistenti possono alterare notevolmente il già precario equilibrio psichico della persona. Una giusta preparazione del paziente al cambiamento che l’intervento comporta e alle aspettative ad essi legati, diventa un percorso necessario affinché l’intervento estenda i suoi benefici di miglioramento anche alla qualità di vita del paziente.

 

Le motivazioni che inducono una persona a ricorrere alla chirurgia e alla medicina estetica, scaturiscono dal desiderio di raggiungimento di un modello estetico che rasenta la perfezione. La tv, il cinema, le riviste e il web hanno da sempre hanno cooperato nella formazione di questo modello di bellezza irraggiungibile innescando in donne e uomini senso di inadeguatezza ed inferiorità. Queste sensazioni si amplificano in periodi di intenso stress o in depressione abbassando il livello di autostima delle persone. Non ci sono differenze motivazionali significative fra uomini e donne, tutti hanno alla base il bisogno di vedersi in modo diverso da come sono.

La valutazione psicologica preliminare:

Questa valutazione verte su:

  • quali sono le condizioni psichiche della persona al momento della richiesta dell’intervento estetico
  • qual’è l’immagine che ha del suo corpo
  • in che modo pensa che la propria vita possa cambiare dopo un intervento estetico

 

Queste informazioni sono fondamentali per capire se la decisione di effettuare l’intervento dipende da uno stato di sofferenza psicologica o da motivazioni di reale inestetismo corporeo. Dobbiamo tenere ben presente che la chirurgia non può risolvere le nostre difficoltà interiori, il nostro disagio psicologico, quindi si è necessario integrare a un eventuale intervento estetico il supporto psicologico.

 

 

Ecco perché e utile l’intervento dello psicologo per verificare qual è la reale motivazione che spinge una persona a fare una richiesta così impegnativa. I pazienti portatori di aspettative realistiche rispetto alla chirurgia estetica sono coloro che ottengono maggiori risultati sul miglioramento della qualità di vita, mentre coloro che pensano di migliorare la loro insoddisfazione esistenziale o carente rete sociale con un intervento estetico possono alterare il loro stato psichico addirittura peggiorandolo, dal momento che nemmeno un intervento chirurgico è in grado di ridare la serenità a chi l’ha persa o ancor meno a chi non l’ha mai provata. Guidare il paziente verso una più realistica dimensione delle aspettative rispetto ai risultati previsti, aiuta ad ottimizzarli.

 

La correlazione che c’è fra il corpo e la mente e che da un equilibrio fra questi due aspetti è innegabile e dipende il nostro benessere psicofisico, ed è altrettanto innegabile il ruolo che l’immagine corporea riveste come mezzo di comunicazione più rapido e diretto tra le persone. Non c’è nulla di psichicamente scorretto nel voler relazionarsi con le persone mostrando il meglio della nostra forma psicofisica purché quest’ultimo aspetto non diventi elemento determinante nella costruzione del legame di accettazione con l’altro.

 

Dopo l’attenta analisi delle motivazioni, la consulenza psicologica procede con l’esplorazione del vissuto emotivo legato all’intervento chirurgico. In particolare si indagano le paure o le ansie legate all’intervento stesso ma anche le paure legate alla nuova immagine corporea. Molto spesso queste paure alimentano aspettative “miracolistiche” sull’intervento, soprattutto se il paziente nel suo immaginario si aspetta di cambiare totalmente il proprio aspetto fisico. Aiutare il paziente a controllare la sua paura, lo aiuta a sostenere meglio i disagi del post operatorio ma anche ad accettare meglio il proprio nuovo aspetto. Numerosi studi hanno dimostrato che la correzione di difetti dell’aspetto (dismorfie) va oltre la modifica “esterna” ma agisce maggiormente sulla percezione dell’Io corporeo, questo nuovo processo di elaborazione si manifesta esternamente sotto forma di maggiore autostima, di maggiore disponibilità ad interagire e maggiore produttività lavorativa.

 

La consulenza psicologia assume un ruolo più che mai determinante, aiutando il paziente a potenziare la sicurezza in se stesso e nei cambiamenti del proprio corpo, per quanto tanto desiderati ed immaginati.

 

L’accettazione del cambiamento fisico implica la formazione di un nuovo “Io corporeo”. Quest’ultimo è frutto dell’autopercezione soggettiva che una persona ha costruito di se stessa, non è la riproduzione fedele del dato di realtà, per questo l’intervento psicologico, in questa fase del decorso post operatorio deve mirare a far si che il paziente valuti positivamente i cambiamenti fisici apportando delle modifiche alla propria immagine corporea.

 

Un efficace intervento di psicologia estetica si conclude quando il paziente ha raggiunto una nuova consapevolezza di sé e della sua immagine e come dice K. Gibran “l’aspetto delle cose varia secondo le emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà magia e bellezza sono in noi”.




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