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Rigenerazione autologa con PRP e medicina estetica


L’uso del Plasma Arricchito di Piastrine (PRP) è già da anni una realtà consolidata e una evidenza scientifica verificata dalla comunità medica mondiale in chirurgia plastica nella cura dei grandi ustionati. Ora il suo uso ha trovato applicazione con grandi benefici anche nella medicina estetica.

Il medico e i suoi pazienti, ottengono grandi vantaggi nella rigenerazione dei tessuti attraverso il PRP, ottenendo una biostimolazione chiaramente superiore sia per la qualità del tessuto, che per la rapidità di efficacia.
 
Questa tecnica consiste nell’inoculare, a livello del derma, il plasma (ovvero la fase liquida del sangue) arricchito in piastrine, elementi corpuscolati nel processo di coagulazione ematica.
 
Come si ottiene Il PRP?
  • Prelevare almeno 20ml di sangue venoso.
  • Mettere il sangue prelevato in provetta contenente una soluzione di citrato di sodio al 3,8%, necessaria per evitare la coagulazione del sangue.
  • Il sangue così trattato, viene sottoposto a centrifugazione, in modo da avere la separazione del plasma dalla parte corpuscolata.
  • Terminata la centrifugazione il contenuto della fiala sarà diviso in 3 stati: nella parte inferiore della provetta vi saranno i globuli rossi; nella parte intermedia i globuli bianchi e nella parte superiore le piastrine del plasma.
  • Si mescola il plasma con le piastrine e lo si preleva con una siringa.
 
Nell’operazione di prelievo si sconsiglia di prelevare al fine di evitare che vengano rilasciati mediatori in grado di danneggiare i tessuti e portare, quindi alla sintesi di collagene fibrotico.
 
Il PRP è ormai pronto e può essere:
  • Inoculato direttamente nel derma (ottenendo così l’attivazione endogena delle piastrine).
  • Aggiunto ad una soluzione di cloruro di calcio, ottenendo all’attivazione esogena (dove le piastrine rilasciano i fattori di crescita all’interno della siringa).
 
Come e perché funziona il trattamento con PRP
Il concetto di efficacia si basa sulle capacità delle stesse piastrine di rilasciare mediante attivazione, i fattori di crescita. Questi fattori di crescita sono proteine con la capacità di indurre la migrazione, la proliferazione e la deposizione di nuova matrice da parte dei fibroblasti.
 
Tra i fattori di crescita coinvolti, il PDGF (fattore di crescita derivato dalle piastrine) sembra essere quello più attivo nel promuovere la rigenerazione della pelle, e i suoi effetti sono stati studiati sia in vitro, sia sui volontari umani.
 
Trattamento non richiede sala operatoria e può essere effettuata senza problemi in ambulatorio, non è richiesta l’anesteisa, in quanto il trattamento non è doloroso; in genere, si utilizzano aghi lunghi da 4mm e con un diametro di 30G.
 
Quanto dura il trattamento con PRP
La durata del trattamento è estremamente variabile e dipende dall’estensione delle aree da sottoporre al trattamento e dal numero di iniezioni: in genere, una seduta con trattamento viso, collo, decolleté e mani dura circa un’ora (prelievo e preparazione del PRP compreso).
 
I risultati tendono a manifestarsi gradualmente e affinché siano apprezzabili, occorre eseguire dei cicli di 3-5 sedute ciascuno (distanziate di 20 giorni). Se la paziente adotta uno stile di vita sano (uso di protezione solare, niente fumo, sana alimentazione) gli effetti possono durare dai due ai cinque mesi.
 
La rigenerazione con PRP è sicura?
Trattandosi di una sostanza autologa (quindi derivante dall’organismo stesso del paziente), quindi non vi è rischio di reazioni allergiche, gli effetti avversi più comuni sono correlati all’iniezione e tra questi abbiamo: arrossamento, gonfiore, prurito, lividi ed ematomi nel sito d’inoculazione. In ogni caso si tratta di reazioni che spariscono in massimo 2 giorni.
 
Quali controindicazioni ha la terapia con PRP?
  • infezioni cutanee in atto, che potrebbero peggiorare.
  • Alterazioni della cicatrizzazione, caratterizzate dalla tendenza a formare cheloidi (masse anomale di tessuto cicatriziale).
  • Patologie cutanee, soprattutto neoplastiche: i fattori di crescita rilasciati dalle piastrine infatti stimolerebbero anche la proliferazione delle cellule tumorali.
  • Patologie autoimmuni: il plasma dello stesso paziente potrebbe scatenare delle reazioni a causa dell’eccessiva reattività del sistema immunitario.
  • Disturbi della coagulazione e piastrinopenia (quantità di piastrine circolanti inferiori a 150.00/mm3), in quanto vi è un rischio elevato che si formino ematomi.
  • Trattamento con farmaci anticoagulanti, poiché potrebbe ridurne l’efficacia.
  • Gravidanza ed allattamento poiché come in molti altri casi, non esiste la certezza assoluta delle sicurezza sul feto/lattante.


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